sabato 3 marzo 2012

i film 16 - Une aventure de Billy le Kid

1970 UNE AVENTURE DE BILLY LE KID
di Luc Moullet con Jean-Pierre Léaud, Rachel Kesterber, Jean Valmont


Sulla scia di post dedicati ai western francesi, merita una citazione questo curioso e strambissimo "western" (con tutte le virgolette del caso) diretto da Luc Moullet, esponte dalla Nouvelle Vague più teorica, intellettuale e underground. E infatti questa sua pellicola è un affascinante, sconcertante e tipico reperto archeologico della controcultura degli anni 60, che oggi appare più lontano e misterioso di un film del cinema muto. Cinema sperimentale quindi, ma bisogna anche dire abbastanza spigliato e auto-ironico da attenuare l'acidume criptico spesso connaturato a questo tipo di operazioni.

La trama è un pressappoco questa: dopo aver rapinato e ucciso dei coloni, il fuorilegge Billy le Kid salva per caso una bella figliola, che si trascina dietro come prigioniera nel suo vagabondare. I due fuggono per le montagne inseguiti da uno sceriffo e altri tizi. Ogni tanto spuntano fuori degli indiani. Tra vendette e tentativi d'omicidio tra i due nascerà una delirante storia d'amore.

Praticamente lo scheletro di un western, un film che secondo qualcuno "assomiglia alle recensioni francesi dei western americani". Nonostante il tono farsesco, si citano "Duello al sole", "Gli amanti della città sepolta", "La magnifica preda", "Il vento", insomma i classici western più folli e melodrammatici, quelli più amati della critica francese dell'epoca. E infatti più che un film, sembra l'ingegnoso soggetto di un classico di Hollywood perduto o mai finito, di cui sono rimasti solo i disadorni provini degli attori. Tutto è girato e recitato in modo volutamente trasandato e in rigorosa presa diretta, con gli attori che improvvisano in ogni sequenza, anche inciampando e scivolando mentre si inerpicano per dirupi e torrenti. Il risultato non è un titolo logicamente per tutti i palati, ma che possiede quel tono laconico, spiccio e divertente che solo certi film francesi riescono ad avere.


Se Jean-Pierre Léaud, ai tempi famosissimo, non pretese troppi soldi per interpretare il suo Billy scervellato, è probabile che ci troviamo di fronte al western meno costoso della storia del cinema. A parte lui gli altri pochi attori non sono professionisti, si intravedono due cavalli contati e un mulo in qualche scena, i costumi sono ridotti al minimo o sono proprio inesistenti - la protagonista inizialmente è vestita e truccata come una qualsiasi giovane francese del 1970 - le armi non sparano neanche a salve (si sentono solo gli spari) e il tutto è ambientato in esterni senza nessun tipo di scenografia. Comunque notevole l'uso dei bellissimi paesaggi delle Alpi francesi, a tratti sorprendentemente western.

Tommaso Sega

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