venerdì 24 agosto 2012

i film 44 - "Doc''



















1971 'DOC'
di Frank Perry, con Stacy Keach, Faye Dunaway, Harris Yulin, Michael Witney, Denver John Collins, Dan Greenburg, John Scanlon

La sparatoria all’O.K. Corral di Tombstone, nella realtà storica né più epocale né più cruenta di tante altre del Selvaggio West, è una di quelle vicende della Frontiera assurte ad epica ed entrate nell’immaginario collettivo grazie alla mitologia hollywoodiana, che l’ha trasformata in leggenda per mezzo di film come Sfida infernale e Sfida all’O.K. Corral.
Ovviamente nelle pellicole di John Ford e John Sturges lo scontro tra gli Earp e i Clanton era occasione per una marcata contrapposizione tra gli sceriffi e i fuorilegge, con i primi che rappresentavano l’incarnazione del bene e della giustizia, contrapposte in maniera netta e senza sfumature alla selvaggia anarchia dei secondi.
Nella “New” Hollywood degli anni settanta, gravida di cattiva coscienza e contrassegnata dal crollo di molte illusioni, tale dicotomia viene invece recisamente rifiutata e il film di Frank Perry, regista di altre pellicole pregne di disincanto come Brevi giorni selvaggi e Diario di una casalinga inquieta, si inserisce nella grande corrente degli anti-western di Penn e Altman, con cui rivaleggia in quanto a demolizione dei miti e rifiuto degli schemi codificati.

Il regista, innanzitutto, sceglie una prospettiva decentrata, inquadrando la celebre vicenda non attraverso le gesta dello sceriffo Wyatt Earp – tratteggiato come la figura cinica e opportunistica quale probabilmente era nella realtà – ma dell’amico Doc Holliday, che se nelle precedenti incarnazioni cinematografiche di Victor Mature e Kirk Douglas era la spalla fedele dell’eroe qui si trasforma in una figura problematica e dubbiosa, alla disperata ricerca di sé stesso e di una vita avulsa dalla violenza che lo ha sempre accompagnato.
Anziché un atto di coraggio ed eroismo la sparatoria con i Clanton rappresenta quindi per lui il fallimento di queste aspirazioni e la consapevolezza di non poter fuggire dal proprio destino, come viene chiaramente esemplificato nell’uccisione a sangue freddo del giovane pistolero che voleva seguire le sue orme, come una metaforica uccisione di se stesso.



La versione della sfida all'OK Corrall pare più vicina alla versione storica: un regolamento di conti tra mafiosi più che una sfida tra uomini di legge e fuorilegge. Protagonista per una volta è Doc Hollyday, interpretato da un marmoreo Stacy Keach, pistolero dall'area funerea ma in fondo molto più umano del Wyatt Earp interpretato dall'ottimo caratterista Harris Yulin, un gelido opportunista che con indifferenza porta alla rovina amici e famigliari, pur di perseguire i suoi meschini scopi politici. Molto bello anche il personaggio della prostituta interpretata da una radiosa Faye Dunaway, uno dei rari western (un altro che mi viene in mente è La Ballata di Cable Hogue) in cui la protagonista femminile fa la prostituta non solo per sentito dire. Particolare la regia di Perry: se da una parte mette in scena il West tutto fango sudore e polvere da sparo tipico dei western autunnali, dall'altra dirige attori e sequenze con una stilizzazione tipica dei classici anni '50. Bel film, non all'altezza di Sfida infernale, forse alla pari di Sfida all'Ok Corral, decisamente superiore ai due film degli anni '90. (Tommaso Sega)



Il ritmo imposto alla pellicola da Perry è lento e indugiante, attento all’introspezione psicologica dei vari personaggi, dipinti tutti in chiave realistica e antieroica, e in pratica gli spari e le scene di violenza sono riservati unicamente alla sfida finale, risolta peraltro in maniera secca e asciutta in non più di una decina di secondi. La visione del Far West che traspare dal suo film è quella di un consesso umano basato sulla coercizione (tramite la violenza delle armi da fuoco e quella della politica), la prostituzione (fisica e morale) e il gioco d’azzardo. Uno sguardo amaro e senza speranza, che il regista estende metaforicamente anche alla società americana degli anni settanta del secolo scorso.

Pur essendo un western di ambientazione prevalentemente cittadina la fotografia di Gerald Hirschfeld si concede suggestivi scorci dei paesaggi desertici di Tabernas e Cabo de Gata, in Almeria, dove il film è stato interamente girato.
Decisamente efficace la prova di Stacy Keach, grande attore sottovalutato con una faccia perfetta per i loser degli anni settanta, in seguito interprete di una altro storico personaggio della frontiera, Frank James, nel film di Walter Hill I cavalieri dalle lunghe ombre.



Alla sparatoria dell’O.K. Corral verranno successivamente dedicati altri due film negli anni novanta: Tombstone di Pan Cosmatos e Wyatt Earp di Lawrence Kasdan, nei quali gli sceriffi torneranno a essere gli eroi e i Clanton i cattivi, il segno che i tempi erano nuovamente cambiati.

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