lunedì 25 febbraio 2013

western brutti - Ramon il messicano


1966 RAMON IL MESSICANO
di Maurizio Pradeaux con Robert Hundar, Wilma Lindamar, Jean Louis, José Torres, Luciano Rossi, Thomas Clay

Dove si narra della faida tra la famiglia del cattivissimo Ramon e la famiglia Baxter.
Che ovviamente non sono quel Ramon e non sono quei Baxter. Ancor più ovviamente l'esordiente e micidiale Pradeaux non è Leone e l'inguardabile caratterista Jean Louis come protagonista non ha il carisma dell'ombra del sigaro di Clint Eastwood. L'unico che reggerebbe il confronto con il modello evocato è il grande Claudio Undari/Robert Hundar, che in quanto a presenza scenica aveva poco da invidiare persino a Volonté. Ma a conti fatti anche il suo Ramon è solo un gran carognone, del tutto privo del fascino luciferino del suo celebre omonimo di "Per un pugno di dollari". (Hundar interpreterà un vero cattivo alla Volonté nel ben più interessante "Un buco in fronte" di Giuseppe Vari.)

Che comunque Hundar e il suo personaggio fossero l'unica cosa che funzionava nel film dovevano averlo capito anche i produttori, che infatti dedicarono il titolo al cattivo, mettendo il nome di Hundar per primo nei titoli di testa e concedendo al villain molto più tempo di quello solitamente riservato a personaggi di questo tipo. Peccato che il tutto si risolva in una sfilza di luoghi comuni da lasciare basiti. Ovvero ci viene mostrato tutto quello che ci si aspetta faccia un bandolero messicano nel suo tempo libero, quindi ampio spazio a banchetti da crapuloni, gozzoviglie, mezze orge, ballerine con le nacchere.
Per tutto il film il nostro Ramon è addirittura più svelto del buono. Almeno finché questi non fa un corso accelerato di estrazione della pistola con un'accetta: o diventa più veloce o l’accetta gli taglia la mano. Il che in effetti è un buon incentivo per imparare la lezione fin dal primo tentativo.

Il film è tanto brutto quanto curioso, perché sembra mettere in scena una faida tra mafiosi siciliani o briganti sardi, con quindi tutto quel bel sottofondo di "valori" che si può immaginare. A cominciare da un distorto senso dell’onore e una totale fiducia nella legge del taglione che accomuna tutti personaggi. In fin dei conti l'unica cosa che ci segnala che i Baxter sono i buoni è il fatto che hanno una serva nera stile Mami di "Via col vento".
Ad accentuare l'atmosfera da strapaese italiano contribuiscono una colonna sonora vagamente operistica e scene madri da sceneggiata napoletana. Quindi ci si può deliziare con scene come quella della bella che fa un fioretto alla Madonna promettendo che sposerà l’uomo che l’ha violentata (sempre Ramon ovviamente, che però da vero macho latino POI gli fa la serenata sotto la finestra) o come quella del buono che pianta i suoi uomini per andare a giurare sul letto di morte della sua amata mamma che non toccherà più la pistola. Poi però gli avversari gli trucidano pure la mamma e lui ci ripensa. Puro melodramma anche il duello finale, con il protagonista che si presenta al duello risolutore travestito da prete.

Il tipico film più divertente da raccontare che da vedere, perché in realtà la noia regna sovrana. Il budget inesistente soffoca i rari spunti di buona volontà della regia, gli italianissimi faccioni di gran parte del cast sono un disastro totale e il ridicolo involontario aleggia su tutte le scene che non vedono in campo Hundar. Solo per trashofili convinti.

1 commento:

  1. Mai visto nemmeno questo e vista la recensione mi sa che me terrò ben lontano. Hundar/Undari però è stato davvero un grande attore western (in realtà il primo attore western italiano in assoluto) che avrebbe meritato maggior fortuna e necessiterebbe di una doverosa riscoperta...

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